martedì 15 gennaio 2008

i mari di dino catalano. Angelo Favaro

i miei mari.


.... ma sono numerose le tele in cui Dino Catalano ri-produce
quel che rende mare il mare,quando non si può penetrare nell'onde
e udire il frastuono pelagico: il movimento e la percezione del movimento.
Il mare è la marea che s'eleva nel ripullulare del frangente, l'autopoiesi
visiva precede, costruisce il mare,senza mare, dal movimento,dalla
percezione ghestaitica che del mare ognuno possiede. Itratti della spatola variopinta,
in una ridondanza espressionista, si fissano veloci, a volo di gabbiano che schizza sull'acqua dall'acqua. Non si vede il mare sulle tele, il mare lo si intuisce dentro,nell'abbisso infero in cui si trova il tesoro dell'essere, da queste tele si muove e vive negli spruzzi e negli schizzi la nostalgia di un'incarnazione del mare.

AngeloFavaro
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